COLLAB W/ ABRAXASS

Ciao Abraxass e benvenuto nella community Ernesto Dolani! 
Come introdurresti la tua persona e la tua pratica artistica?

"Mi chiamo Davide Fossati, sono un artista digitale e art director, vivo e lavoro a Milano. L’idea principale dietro i miei lavori è quella di creare texture e pattern attraverso la tecnica del collage digitale. I temi/argomenti che tratto maggiormente sono natura, corpi, morte, violenza, sesso, spesso in relazione tra loro."

Centrale all’interno della tua ricerca artistica è la pratica del collage digitale. Dove nasce l’esigenza di recupero di una pratica la cui storia risale a molto tempo prima l’invenzione del digitale?
"Mi sono ritrovato ad utilizzare questa tecnica perché era quella che meglio si prestava a realizzare certe visioni che avevo in mente a livello di texture e pattern."
Il tema della collezione FW25 di Ernesto Dolani è “fluid”. Personalmente, sono dell’idea che l’arte sia interamente transessuale (o senza genere, de-genere): non necessariamente a livello tematico quanto operativo, nella misura in cui confonde i bordi e rimescola elementi eterogenei, facendo dell’impurità un manifesto che proibisce ogni isolamento. Ti ritrovi in una tale visione? La scelta del collage nasce anche da qui?
"Mi ritrovo nella tua visione anche se come dicevo sono arrivato ad utilizzare questa tecnica più per motivi pratici che teorici."

Come selezioni gli elementi dei tuoi collage?
"Di ogni foto/combinazione di corpi e elementi seleziono quella che meglio conserva la tensione e l’identità dell’atto o della natura dell’ambito di provenienza (i primi dettagli li prendevo da foto pornografiche su internet). L’idea è di creare qualcosa di astratto a partire da elementi concreti, così che l’occhio veda senza riconoscere. Da questo punto di vista per me è stato cruciale l’incontro con la serie Thights di Daido Moryama. In quelle foto l’elemento fisico è estetizzato e reso astratto pur mantenendo la sua potenza e carica erotica. Con i miei collage cerco di fare la stessa cosa."

Le scarpe sono uno un elemento ricorrente all’interno delle pulsioni feticiste. Qual è secondo te il motivo di questo rapporto privilegiato tra calzatura e feticcio? Che ruolo gioca il feticismo nella tua pratica artistica?
"Nonostante mi ritenga in buona parte feticista e abbia anche letto diversi saggi sul tema non sono sicuro di poter dare una risposta esaustiva a questa domanda. Penso che come il piede è feticcio dell’organo sessuale, la scarpa lo è del piede con l’aggiunta del fatto che è anche l’involucro che nasconde/crea distanza e quindi desiderio. Inoltre se si considera il valore simbolico del calpestare, l’idea del piede come parte più “bassa” del corpo, entrano in gioco anche altre dinamiche legate al mondo bdsm come il masochismo, l’umiliazione etc..
Nel mio fare arte, il feticismo gioca lo stesso ruolo che giocano anche altri elementi come la violenza, il cibo, la natura; si tratta di cose che mi interessano, interrogano e che quindi cerco di conoscere/capire attraverso l’arte. Sono anche realtà che in qualche modo, anche solo a livello visivo, mi fanno provare qualcosa, o per lo meno me lo facevano provare quando ho iniziato questo tipo di lavori.
"
Per salutarci: quali sono i tuoi progetti futuri? Ti va di dare qualche anticipazione alla nostra community?
"Sto lavorando alla creazione di un Magazine Porno ispirato alla pornografia anni 70/80, un progetto che spero di lanciare entro fine anno e all’interno del quale ho coinvolto diversi fotografi e performer. Mi ha sempre colpito la cura che un tempo si metteva nei set pornografici a livello di makeup, scenografie etc. L’ambizione è quella di ricreare qualcosa di simile, ma attualizzato e contaminato da alcuni miei personali elementi."

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